Like a bird.

Esitare  è il verbo preferito dagli uccelli.

Il vento ha cambiato direzione all’improvviso, allora dispiego le ali e le inclino leggermente a sinistra, per non essere sopraffatto dalla corrente. Non mi ricordo da quant’è che  sono in volo, ma non smetto. Mi piaccio sospeso. Se sono stanco mi lascio guidare dall’aria sotto la pancia così gli occhi hanno il tempo di catturare tutto ciò che possono sotto di loro. Da quest’altezza le case e gli alberi non hanno volume, sono piccole fotografie di qualcosa che esiste ma che non ci è permesso  toccare. Io si che ne ho viste tante di fotografie. Alcune erano sfocate che a mala pena si distinguevano le forme delle cose. Altre erano più nitide ma poco colorate. Solo poche mi hanno incuriosito tanto da interrompere il mio viaggio e far riposare le ali. La prima volta è bastato un bacio rubato in una strada bagnata dalla pioggia. Mi ricordo di aver pensato “Andrea, adesso fermati“. E così è stato. Non avevo più voglia di perdermi nelle nuvole. Invece  lasciarmi pungere dall’erba selvaggia, toccare le pietre di fiume e avvertirne l’odore di pioggia, calpestare la terra sotto le zampe e sentire il rumore che fa. La libertà non esiste quando hai ali al posto delle mani. Se come me sei nato uccello, volare non fa innamorare. Ora il vento è tornato a riposarsi, anche le piume sono più leggere. Guardo in basso la distesa di verde e le ombre allungate del tramonto. Nessuno sospetterebbe spettacolo più bello da laggiù. Nessuno, tranne io, che resto qui e non atterro. Continuo a volare su direzioni invisibili sperando che prima o poi un lampo mi tagli la strada. So che quel giorno cercherò riparo tra gli incavi di una parete rocciosa e sarà lì che catturerò la mia fotografia più riuscita. Avrà la gli occhi luminosi e il sorriso aperto come la porta di casa, e il  suo “Ciao!” non sarà solo un saluto ma un invito a entrare.  Quando  tutto questo accadrà, saluterò il cielo con un cenno del becco  e non mi sentirò in colpa di essere così lontano dall’infinito. Per ora vado nella luce di un sole stanco e qui continuo a esitare.

Scusate signori, volevo dire stare.

9 commenti

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9 risposte a “Like a bird.

  1. ya ni

    Ho aspettato queste parole per 23 ore e 56 minuti.

    Le ho contate, non ci credi?
    Per me è normale, d’altronde mi sono seduto su quel tetto a disegnare con te, ho brindato al tuo futuro compleanno anche se non invitato, ho sorriso guardandoti in braccio a tua mamma, ho immaginato la tua prossima estate e alle nottate infinite che ti apparterranno e che ti faranno piangere dal sorridere.

    Scriverti di fronte a tutte queste persone mi congela una smorfia sorridente sul viso.
    E il leggerti ha un sapore di Verità.
    Così accendo una sigaretta, spengo le luci, ti leggo e assaporo. Ha un gusto che quasi non ricordavo.
    Che bello Andrea. Grazie.

    Trascorre un’altra giornata, in cui non accade nulla ma succede tutto.
    Hai seminato ancora, e non te ne sei nemmeno accorto.
    Eppure è un giorno in meno nel tempo che ti allontana da quell’incontro che sarà tuo e solo tuo.
    Atteso, bramato.
    Non riesci a sentire quanto sia già inebriante il suo odore?

    Io e te finiamo sempre ad analizzare lo stesso concetto. Ma non c’eravamo accorti che tanti anni fa venne scritta una canzone che avrebbe riassunto tutti i nostri pensieri:

    “La stagione dell’amore viene e va,
    i desideri non invecchiano quasi mai con l’età.
    Se penso a come ho speso male il mio tempo
    che non tornerà, non ritornerà più.
    La stagione dell’amore viene e va,
    all’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.
    Ne abbiamo avute di occasioni, perdendole;
    non rimpiangerle, non rimpiangerle mai.
    Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore.
    Nuove possibilità per conoscersi
    e gli orizzonti perduti non ritornano mai.
    La stagione dell’amore tornerà
    con le paure e le scommesse
    questa volta quanto durerà.
    Se penso a come ho speso male il mio tempo
    che non tornerà, non ritornerà più.”

    Ho aspettato le tue parole per 23 ore e 56 minuti.
    Dal momento esatto in cui ho dato un consiglio ad una persona che stava sbattendo i piedi per terra perchè non riesce a capire il perchè.
    Ho aggiunto che quel perchè è nelle mani di un’altra persona che sta sbattendo la testa al muro.
    Perchè non crede ancora nella tua esistenza.
    Tu continua a stare lassù, goditi il vento.
    Quando la scovi però,
    scendi.

    • Leggere Battiato è molto più credibile che ascoltarlo!:)
      Grazie a te per queste parole (l’immagine di me che sbatto i piedi a terra rimarrà indelebile nella mente per anni!:)) e per il consiglio.
      Davvero.
      Un abbraccio forte.

    • Battiato ….. *.*
      con questo commento arricchisci ancora più il testo di Fetiz ….
      l’ultima parte è la migliore ……

  2. ho volato
    non credevo, nessuno m’aveva mai raccontato un volo. e forse è questa primavera, forse il vento, l’odore del mare, le fotografie
    ma restar sospesi è più facile, galleggiare nel mezzo del cielo.
    fermarsi è dolce alle volte, fermarsi è umano

    è tanto che non torno.
    (e grazie, come sempre, di farmi girovagare)

  3. A.

    E’ la cosa più bella scritta su questo blog.

  4. Avevo bisogno di ricordare quanto fosse bella la libertà del volo. Mi hai fatto volare con te… grazie!

  5. Zoe

    Splendido! Complimenti ….. sono senza parole per la bellezza che hai saputo creare …

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